Notizia del: December 3rd, 2007
Traversando la Maremma Toscana.
Dolce paese, onde portai conforme
l’abito fiero e lo sdegnoso canto
e il petto ov’odio e amor mai non s’addorme,
pur ti riveggo, e il cuor mi balza in tanto.
ben riconosco in te le usate forme
con gli occhi incerti tra ‘l sorriso e il pianto,
e in quelle seguo de’ miei sogni l’orme
erranti dietro il giovenile incanto.
Oh, quel che amai, quel che sognai, fu invano;
e sempre corsi, e mai non giunsi il fine;
e dimani cadrò.
Ma di lontano pace dicono al cuor le tue colline
con le nebbie sfumanti e il verde piano
ridente ne le pioggie mattutine.
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Notizia del: November 19th, 2007
Il sabato del villaggio.
La donzelletta vien dalla campagna,
in sul calar del sole,
col suo fascio dell’erba; e reca in mano
un mazzolin di rose e di viole,
onde, siccome suole,
ornare ella si appresta
dimani, al dì di festa, il petto e il crine.
Siede con le vicine
su la scala a filar la vecchierella,
incontro là dove si perde il giorno;
e novellando vien del suo buon tempo,
quando ai dì della festa ella si ornava,
ed ancor sana e snella
solea danzar la sera intra di quei
ch’ebbe compagni dell’età più bella
già tutta l’aria imbruna,
torna azzurro il sereno, e tornan l’ombre
giù da’ colli e da’ tetti,
al biancheggiar della recente luna.
Or la squilla dà segno
della festa che viene;
ed a quel suon diresti
che il cor si riconforta.
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Notizia del: October 9th, 2007
Il tuo sorriso.
Toglimi il pane, se vuoi,
toglimi l’aria, ma
non togliermi il tuo sorriso.
Non togliermi la rosa,
la lancia che sgrani,
l’acqua che d’improvviso
scoppia nella tua gioia,
la repentina onda
d’argento che ti nasce.
Dura è la mia lotta e torno
con gli occhi stanchi,
a volte, d’aver visto
la terra che non cambia,
ma entrando il tuo sorriso
sale al cielo cercandomi
ed apre per me tutte
le porte della vita.
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Pablo Neruda,
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Notizia del: October 7th, 2007
Il più bello dei mari.
Il più bello dei mari è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni non li abbiamo ancora vissuti.
E quello che vorrei dirti di più bello non te l’ho ancora detto.
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Anima mia.
Anima mia
chiudi gli occhi
piano piano
e come s’affonda nell’acqua
immergiti nel sonno
nuda e vestita di bianco
il più bello dei sogni
ti accoglierà .
Anima mia
chiudi gli occhi
piano piano
abbandonati come nell’arco delle mie braccia
nel tuo sonno non dimenticarmi
chiudi gli occhi pian piano
i tuoi occhi marroni
dove brucia una fiamma verde
anima mia.
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Sei la mia schiavitù sei la mia libertà .
Sei la mia schiavitù sei la mia libertÃ
sei la mia carne che brucia
come la nuda carne delle notti d’estate.
Sei la mia patria
tu, coi riflessi verdi dei tuoi occhi
tu, alta e vittoriosa
sei la mia nostalgia
di saperti inaccessibile
nel momento stesso
in cui ti afferro.
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Nazim Hikmet,
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Notizia del: October 7th, 2007
Questo amore.
Questo amore
Così violento
Così fragile
Così tenero
Così disperato
Questo amore
Bello come il giorno
Cattivo come il tempo
Quando il tempo e cattivo
Questo amore così vero
Questo amore così bello
Così felice
Così gioioso
Così irrisorio
Tremante di paura come un bambino quando e buio
Così sicuro dì sé
Come un uomo tranquillo nel cuore della notte
Questo amore che faceva paura
Agli altri
E li faceva parlare e impallidire
Questo amore tenuto d’occhio
Perché noi lo tenevamo d’occhio
Braccato ferito calpestato fatto fuori negato cancellato
Perché noi l’abbiamo braccato ferito calpestato fatto fuori negato cancellato
Questo amore tutt’intero
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Jacques Prévert,
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Notizia del: October 7th, 2007
La danza degli impiccati.
Alla nera forca, amabile moncone, danzano, danzano i paladini, i magri paladini del demonio, gli scheletri dei Saladini! Messer Belzebù tira per la cravatta i suoi piccoli neri fantocci che fan smorfie al cielo, e picchiandoli in fronte con la ciabatta li fa danzare sulle note d’un vecchio Natale! E i fantocci scioccati intrecciano i loro gracili braccini, come neri organi i petti squarciati che un tempo stringevano dolci donzelle cozzano a lungo in un amore immondo. Urrà per i gai danzatori che non hanno più pancia! Possono fare giravolte, perché il palco è così grande! Op! Che non si sappia se è danza o battaglia! Belzebù irato coi suoi violini raglia! O duri talloni, non usate mai sandali! Quasi tutti han tolto la camicia di pelle! Il resto non impaccia si guarda senza schifo. Sui crani la neve posa un candido cappello: la cornacchia è un pennacchio sulle incrinate teste, un brano di carne trema sul mento scarno: si direbbe vorticante nelle oscure resse di prodi, rigide armature di cartone. Urrà ! La tramontana soffia al gran ballo degli scheletri! La forca nera mugola come un organo di ferro! E i lupi rispondono da foreste violette: all’orizzonte il cielo è d’un rosso inferno… Olà , scuotete quei funebri capitani che sgranano sornioni tra le dita spezzate un rosario d’amore sulle vertebre pallide: questo non è un monastero, o trapassati! Oh! Ecco, nel mezzo della danza macabra nel cielo rosso un folle scheletro avanza di slancio, e come un cavallo impenna: e, poiché al collo la corda è stretta, raggrinza le dita sul femore che scricchiola con grida simili a ghigni e come un acrobata che rientra nella sua baracca rimbalza nel ballo al canto delle ossa. Alla nera forca, amabile moncone, danzano, danzano i paladini, i magri paladini del demonio, gli scheletri dei Saladini!
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Arthur Rimbaud,
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Notizia del: October 4th, 2007
Noi saremo
Noi saremo, a dispetto di stolti e di cattivi
che certo guarderanno male la nostra gioia,
talvolta, fieri e sempre indulgenti, è vero?
Andremo allegri e lenti sulla strada modesta
che la speranza addita, senza badare affatto
che qualcuno ci ignori o ci veda, è vero?
Nell’amore isolati come in un bosco nero,
i nostri cuori insieme, con quieta tenerezza,
saranno due usignoli che cantan nella sera.
Quanto al mondo, che sia con noi dolce o irascibile,
non ha molta importanza. Se vuole, esso può bene
accarezzarci o prenderci di mira a suo bersaglio.
Uniti dal più forte, dal più caro legame,
e inoltre ricoperti di una dura corazza,
sorrideremo a tutti senza paura alcuna.
Noi ci preoccuperemo di quello che il destino
per noi ha stabilito, cammineremo insieme
la mano nella mano, con l’anima infantile
di quelli che si amano in modo puro, vero?
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Paul Verlaine,
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Notizia del: October 4th, 2007
Se io potrò impedire ad un cuore di spezzarsi non avrò vissuto invano.
Se allieverò il dolore di una vita o allieverò una pena
O aiuterò un pettirosso caduto a rientrare nel nido
Non avrò vissuto invano.
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Conosco vite della cui mancanza non soffrirei affatto.
Di altre invece ogni attimo di assenza mi sembrerebbe eterno.
Sono scarse di numero - queste ultime -
Appena due in tutto
Le prime molto di più di un orizzonte di moscerini.
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Mi incanta il mormorio di un’ape -
qualcuno mi chieda perchè -
più facile è morire che rispondere.
Il rosso sopra il colle annulla la mia volontà -
se qualcuno sogghigna stia attento
- perchè Dio é qui - questo è tutto.
La luce del mattino mi eleva di grado -
se qualcuno mi chiede come -
risponda l’artista che mi tratteggiò così.
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Emily Dickinson,
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